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Split payment, per chi va a credito serve un plafond

fonte: Il Sole 24 Ore – pag. 33

di Maurizio Leo

Ci risiamo. Sembrerebbe che la nuova moda del Fisco “a misura di bancomat” si chiami split payment. Secondo quanto dichiarato in questi giorni da autorevoli esponenti dell’esecutivo, l’ultimo lascito di questa legislatura potrebbe essere una estensione della sua portata applicativa, non si sa bene a chi e con quali modalità.

Per carità, l’intento è assolutamente meritevole: lasciare che l’Iva sia versata direttamente all’Erario dal cessionario/committente, quando questi è soggetto più affidabile della sua controparte, come nel caso della Pubblica amministrazione e dei soggetti a questa riconducibili. Per il cedente/prestatore è, però, una iattura: mentre non riceve l’imposta sulle vendite, è costretto a pagare quella sugli acquisti e a vivere la sensazione – ahimè poco invidiabile – di costante credito verso l’Erario. Come dire: lo split payment crea un problema alle tasche del cedente/prestatore nel dubbio che quest’ultimo possa essere un problema per le tasche dello Stato.

L’articolo completo su Il Sole 24 Ore del 21 settembre 2017