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In arrivo le norme per la qualificazione delle stazioni appaltanti

Presentata la bozza di DPCM contente le prime indicazioni in merito alla qualificazione delle Stazioni Appaltanti previste dall’art. 38 del Codice degli Appalti

Qualificazione “a livelli” per le Stazioni Appaltanti. È una delle novità contenute nella bozza di dpcm sulla qualificazione delle Stazioni Appaltanti, messo a punto dal Governo e ora all’esame delle Regioni. Si ipotizza un numero di circa 6.000 stazioni appaltanti abilitate (quantità superiore a quella inizialmente prevista). Le Stazioni Appaltanti dovranno qualificarsi in base alla presenza di dipendenti con particolari qualifiche, sistemi di formazione e aggiornamento del personale, numero di gare bandite, adozione di misure per la prevenzione della corruzione, adozione di tecnologie telematiche e di sistemi per la sostenibilità ambientale, numero di contenziosi in atto. Per servizi e forniture sono previsti quattro livelli di abilitazione: base (da 40mila euro fino alle soglie comunitarie), medio (dalle soglie comunitarie fino a un milione di euro), alto (da un milione di euro a 5 milioni di euro), superiore (per importi superiori a 5 milioni di euro).

Per ottenere la qualificazione, le stazioni Appaltanti devono avere personale sufficiente alla gestione delle gare. Il numero delle risorse amministrative e dei tecnici, così come i titoli di studio richiesti, dovranno essere via via crescenti a seconda del livello per cui la Stazione Appaltante intende qualificarsi. Anche in mancanza dei requisiti prescritti dal dpcm, le Stazioni Appaltanti possono ottenere la qualificazione dall’Anac dimostrando di riuscire a gestire le gare programmate con il personale a disposizione. Il personale delle Stazioni Appaltanti dovrà svolgere attività formative specifiche.

In merito all’attività giurisprudenziale, viene valutato il tasso di soccombenza delle gare, che non potrà superare il 20% in termini assoluti per le gare poste in essere negli ultimi tre anni.