Indirizzo
Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100
La Relazione ANAC 2022 delinea il quadro degli appalti pubblici espletati nel 2021, in crescita del 6,6% sul 2020 e del 15,3% sul 2019, nonostante la contrazione dei lavori (-19%). Aumentano affidamenti diretti e procedure negoziate con bando che, rispetto al precedente anno, incrementano per importo rispettivamente del 43,2% e del 33,3%.
Aumenta il fatturato del settore sanità. In testa ASL e Centrali di committenza. Il comparto Sanità ha perfezionato nel 2021 n. 43.821 CIG, per un controvalore di 33,4 Md di euro, di cui 11,4 prodotti dalle ASL, 4,4 dalle AO, 9,2 dalle Centrali di committenza . Nel 2020 il fatturato era stato di 29,4 Md, di cui 10,8 md. prodotto dalle ASL, 5,6 md. dalle AO, 7,7 md. dalle Centrali di committenza.
Nel 2021 il valore complessivo degli appalti, di importo pari o superiore a 40.000 euro, per entrambi i settori ordinari e speciali, si è attestato attorno ai 199,4 miliardi di euro.
Tale dato rappresenta il massimo della serie storica, con un aumento di circa il 36% rispetto alla flessione negativa avutasi nel 2016, anno di entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti (decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50). In particolare, il 2021 ha registrato un incremento pari al 6,6% rispetto al 2020 e pari al 15,3% rispetto al 2019.
Nell’ultimo anno si è registrata una flessione del valore complessivo per il settore dei lavori (-19,0%), il cui valore, nel 2021, ammonta a circa 43,4 miliardi di euro. Sempre in termini di importo, il settore dei servizi (pari a circa 69,9 miliardi di euro) è invece quello maggiormente in crescita nell’ultimo anno, con un incremento del 33,9% rispetto al 2020. Per quanto concerne il settore delle forniture (pari a circa 86,1 miliardi di euro), dopo il rilevante aumento registrato nel 2020, dovuto principalmente all’avvio di procedure di affidamento da parte delle centrali di committenza nel settore della sanità e di alcuni grandi appalti effettuati nel settore delle ferrovie, la crescita continua nel 2021 seppur in termini molto più contenuti (+6,0% rispetto all’anno precedente).
Come sempre, anche nel 2021 pesano maggiormente i settori ordinari, che assorbono l’89,0% del numero delle procedure e circa il 76,8% dell’importo complessivo della domanda.
Nei settori ordinari, relativamente alle forniture, i CIG sono stati 60.336 (28,3%), per un valore di 70 md di euro (35,3%). Per i servizi sono stati acquisiti 71.281 CIG (33,4%), per un valore di 55 md di euro (27,6%).Per i lavori i CIG sono stati 58.131 (27,3%), per un valore di 28 md di euro (13,9%).
Un dettaglio delle prime 10 tipologie di forniture (identificate in base al “common procurement vocabulary” – CPV33) che, a livello di importo, hanno avuto maggiore impatto nell’anno 2021 evidenzia che le tipologie di forniture maggiormente acquistate sono quelle relative ai prodotti farmaceutici, in significativo aumento rispetto al precedente anno (+16,2%). L’impatto del Covid-19 sugli acquisti effettuati nel 2021 si evince anche dall’analisi delle successive tipologie di forniture maggiormente acquistate quali le apparecchiature mediche, per le quali si registra una crescita del 14,0% rispetto al 2020. Seguono poi, la categoria relativa a elettricità, riscaldamento, energia solare e nucleare e la categoria relative a cavi, fili metallici e prodotti affini. Infine si registra, sempre a livello di importo, un rilevante calo dell’83,2% rispetto al precedente anno per la categoria indumenti ad uso professionale.
Un dettaglio delle prime 10 tipologie di servizi (anch’esse identificate tramite CPV) che, a livello di importo, hanno avuto maggiore impatto nel 2021 evidenzia che i servizi per cui si spende di più sono quelli relativi ai rifiuti urbani e all’assistenza sociale (che hanno peraltro registrato un incremento rispetto al precedente anno rispettivamente di +20,5% e +52,2%). L’aumento generale del settore dei servizi osservato per il 2021 si evidenzia anche da questa analisi: il grafico mostra come tutti i servizi siano in aumento rispetto al precedente anno.
Distribuzione dei contratti per tipologia e importo.
Rispetto al 2020, per i settori ordinari (in aumento in termini di numerosità di appalti, +18,9%) si verifica un leggero aumento in termini di importo (+9,9%): come mostrano i dati per fascia di importo, si ha, in particolare, un aumento del 25,6% del valore rappresentato dalla fascia di importo più bassa (≥ € 40.000 < € 150.000) ed un aumento del 15,0% per la fascia ≥ € 1.000.000
Il maggiore aumento si è avuto nel settore dei lavori relativamente agli appalti di grandi dimensioni, in cui si registra un +34,2% per la fascia di importo ≥ € 1.000.000 < € 150.000, mentre si registra un calo del 42,9% nella fascia di importo ≥ € 25.000.000. Nel settore dei servizi, il maggior aumento si registra nella classe ≥ € 25.000.000 (+62,4%) e nella classe ≥ € 40.000 < € 150.000 (+38,3%). Infine, la tabella mostra come, per il settore delle forniture, gli aumenti generali si registrano nelle classi di importo ≥ € 1.000.000 < € 25.000.000 (rispettivamente +10,4% e +11,4%).
La modalità di scelta del contraente
In merito alle modalità di scelta del contraente, si rileva che, in termini di numerosità, con la procedura aperta sono state assegnate nel 2021 circa il 18,5% delle procedure totali; mentre nel 37,1% e nel 37,6% dei casi (per un totale di ben il 75,7%) le stazioni appaltanti hanno utilizzato rispettivamente una procedura negoziata senza pubblicazione del bando e l’affidamento diretto. Per quanto riguarda gli importi, anche nel 2021 la procedura aperta si conferma la modalità con cui si affida il maggior importo dei contratti pubblici (51,4%), segue la procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando con il 19,6% e la procedura ristretta con il 17,6%.
Si evidenzia, rispetto al precedente anno, un rilevante aumento della procedura ristretta, sia per numero complessivo di procedure avviate sia per importo (rispettivamente +217,5% e +97,3%), determinato anche dalla modifica nell’allocazione dei dati (confluenze dei dati relativi ai “sistemi dinamici di acquisizione” nelle procedure aperte o ristrette). Segue l’affidamento diretto e la procedura negoziata previa pubblicazione di bando, che in termini di importo aumentano rispettivamente del 43,2% e del 33,3%. Invece si mostrano in diminuzione rispetto al precedente anno le procedure negoziate senza pubblicazione di bando, che in termini di importo diminuiscono del 22,5%.
Le tipologie di stazioni appaltanti
Si evidenzia che il valore complessivo della domanda dei circa 199,4 miliardi di euro è associata per il:
▪ 26,8% al settore servizi di interesse generale quali enti, concessionari e imprese di elettricità, gas, trasporti, telecomunicazioni, servizi postali, gestione rifiuti, ecc.;
▪ 23,6% alle centrali di committenza (escluse le centrali di committenza del settore sanità): il 5,3% del valore complessivo della domanda è afferente a Consip;
▪ 16,7% al settore sanità;
▪ 15,9% al settore enti locali (13,1% ai Comuni).
Sul piano numerico, pesano maggiormente le procedure associate al settore enti locali (36,1%), seguite dal settore sanità (20,6%) e dal settore servizi di interesse generale quali elettricità, gas, trasporti, ecc. (18,5%)
Focus sanità
Il comparto Sanità ha perfezionato nel 2021 n. 43.821 CIG (20,6%), per un controvalore di 33,3 Md di euro (16,7%).
Nel 2020 il settore sanità ha prodotto 41.470 CIG (32,2% procedure aperte e ristrette, 52,9% procedure negoziate con e senza bando, 14,9% affidamenti diretti), per un importo di 29,4 md. di euro.
Le tipologie di procedura utilizzate
incidenza numerica incidenza valore
aperta o ristretta 35,1% 74,4%
negoziata 44,5% 21,0%
affidamenti diretti 20,4% 4,6%
Principali articolazioni di spesa |
n. CIG 2020 n. CIG 2021 importo 2020 importo 2021 |
ASL 21.532 22.785 (+5%) 10,8 Md 11,4 Md (+5%) |
Az. Osp 10.828 11.533 (+6%) 5,6 Md 4,4 Md (-21%) |
Centrale committ. Sanità 3.555 3.631 (+3%) 7,7 Md 9,2 Md (+16%) |
Agenzie reg. sanitarie 2.579 2.257 (-12%) 4,1 Md 6,9 Md (+69%) |
Fondazioni e onlus 907 1.070 (+18%) 0,3 Md 0,5 Md (+67%) |
IRCCS 1.027 1.221 (+19%) 0,5 Md 0,4 Md (-20%) |
I Comuni
Dalla distribuzione delle procedure per tipologia di contratto, emerge che i 745 Comuni esaminati hanno espletato, a livello di importo, appalti soprattutto nel settore dei servizi (circa 12,4 Mld su totale complessivo degli appalti), seguiti dal settore dei lavori (circa 4,6 Mld sul valore complessivo degli appalti).
Le prime 5 categorie CPV a livello di importo, che rappresentano circa il 62,1% del totale degli appalti, sono relative ai servizi connessi ai rifiuti urbani e domestici, ai lavori per la costruzione completa o parziale e ingegneria civile, ai servizi di assistenza sociale e servizi affini, ai servizi di mensa e servizi di catering e ai servizi di riparazione e manutenzione di impianti di edifici.
Se in termini di procedure sono state principalmente utilizzate l’affidamento diretto e la procedura negoziata senza bando (rispettivamente il 46,8% e il 33,9%), in termini di importo la procedura aperta rappresenta quasi il 75% del valore complessivamente affidato, essendo questa utilizzata per gli appalti di maggiore importo.
Procedure in caso di somma urgenza e di protezione civile e appalti correlati all’emergenza pandemica da Covid-19
Le procedure di affidamento in caso di somma urgenza e per emergenze di protezione civile, ai sensi dell’art. 163, d.lgs. n. 50 del 2016, rilevate nella BDNCP36 tra luglio del 2019 e dicembre 2021, sono oltre 7.700 per un valore di circa 7 miliardi di euro. In termini di numero di procedure, emerge una contrazione nel 2021, accompagnata da un’elevata crescita in termini di importo.
I dati semestrali evidenziano l’aumento del numero di procedure nel primo semestre 2020, che si mantiene costante nel secondo semestre dell’anno, per poi diminuire, riportandosi già nel primo semestre 2021 ad un livello inferiore rispetto al 2019. In termini di importo, invece, si osserva una tendenza crescente sull’intero arco temporale, con un’oscillazione nel 2020 ed un successivo rialzo nel 2021.
Nel primo semestre 2020, ad un aumento delle procedure del 22% corrisponde un aumento di quasi il 400% in termini di importo; nel semestre successivo, a fronte di una diminuzione del 63% dell’importo, resta costante il numero di procedure, per poi dimezzarsi nel primo semestre del 2021. Nonostante il calo del numero di procedure, in entrambi i semestri del 2021 si registra, invece, un rilevante aumento del valore complessivo.
L’analisi per tipologia di contratto mostra come la crescita registrata nel primo semestre 2020, tanto in termini di procedure quanto di importo, sia spinta soprattutto dal settore delle forniture. Il settore delle forniture è quello che determina anche l’impennata registrata nel 2021, in termini di importo.
Generalmente non caratterizzato dagli affidamenti in somma urgenza, nei primi sei mesi del 2020, il settore delle forniture ha rappresentato il 44% del totale delle procedure avviate ai sensi dell’art 163 del Codice e il 75% del valore complessivo, percentuale, quest’ultima, che sale all’88% nel secondo semestre del 2021.
La totalità degli affidamenti di forniture avviate in somma urgenza riguarda acquisti connessi all’emergenza Covid-19: più nel dettaglio, il primo semestre del 2020 è caratterizzato soprattutto dagli acquisti di mascherine e dispositivi individuali di protezione, mentre sui dati del 2021 pesano prevalentemente gli acquisti per vaccini anti Covid-19 e test diagnostici per la ricerca molecolare del SARS-CoV-2. Le esigenze emergenziali sono state indicate a motivo del ricorso alle procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando anche per contratti di importo molto elevato, in deroga alle disposizioni del Codice dei Contratti. Gli affidamenti di importo più rilevante sono, infatti, attribuibili principalmente al Commissario per l’attuazione ed il coordinamento delle misure di coordinamento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 che, nel 2021, ha affidato ben l’85% del valore delle procedure avviate nel primo semestre ed il 91% del valore degli affidamenti del secondo semestre.
La distribuzione percentuale, in termini di importo, delle procedure di servizi e forniture (figura 15) mostra il consistente aumento del settore degli affidamenti degli Organi Centrali nel primo semestre 2020 e nell’intero 2021, dovuto, come già detto, agli acquisti connessi all’emergenza epidemiologica, effettuati quasi totalmente dal Commissario per l’attuazione ed il coordinamento delle misure di coordinamento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19.
Per i settori di servizi e forniture, sempre in termini di numerosità (figura 20), il 79% degli acquisti è stato effettuato a livello regionale. Tra le Regioni, il maggior numero di affidamenti è stato effettuato dall’Emilia Romagna (302 procedure) e dalla Puglia (239 affidamenti), che rappresentano rispettivamente il 12% ed il 9,5% delle procedure di acquisto avviate in somma urgenza sull’intero territorio nazionale: la sezione centrale dell’Osservatorio rappresenta, invece, il 16%.
Con riferimento ai settori di servizi e forniture, gran parte della spesa complessivamente sostenuta per situazioni emergenziali è attribuita a stazioni appaltanti che operano a livello nazionale: infatti, la sezione centrale rappresenta l’88% della spesa complessiva, mentre alle regioni è attribuito l’11%. Tra le regioni, prevale la Puglia che ha utilizzato le procedure previste dall’art 163 del Codice per una spesa pari a 188 milioni di euro (riconducibile prevalentemente ad acquisti effettuati dall’Ente Regione per la gestione dell’emergenza Covid-19); seguono, Emilia Romagna (84 milioni), Sicilia (60 milioni) e Toscana (45 milioni).