Indirizzo
Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100
8 obiettivi per una sanità tecnologicamente avanzata si alla misurabilità delle prestazioni tecnologiche
PREMESSA
L’innovazione tecnologica ha permesso negli ultimi decenni alla sanità italiana e mondiale uno sviluppo in ambito organizzativo, diagnostico e terapeutico senza precedenti. Oggi è impossibile pensare di rispondere ai sempre più nuovi, vasti e specifici bisogni di salute senza il supporto delle tecnologie sanitarie, un comparto vastissimo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come “applicazione di conoscenze e competenze organizzate nella forma di dispositivi medici, farmaci, vaccini, procedure e sistemi sviluppati per risolvere un problema di salute e migliorare la qualità della vita” (Resolution WHA60.29). Questo sviluppo e questa centralità tecnologica pongono al nostro Paese ed al Servizio Sanitario Nazionale un insieme di opportunità e sfide che occorre definire e dimensionare. L’Associazione Italiana Ingegneri Clinici e Cittadinanzattiva hanno, quindi, sviluppato congiuntamente un Manifesto che – anche in questo periodo di ripartenza grazie agli investimenti permessi dal PNRR – vuole richiamare l’attenzione del Paese sulle sfide che occorre da subito assumere con responsabilità per un equilibrato, tempestivo e utile sviluppo di sistema.
SFIDA 1 : SI ALLE TECNOLOGIE PER REALIZZARE OGGI L’ART.32 DELLA COSTITUZIONE
Il valore di riferimento della sanità italiana è rappresentato dall’Art.32 della Costituzione: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La realizzazione del diritto alla salute passa oggi dalla corretta, vasta e puntuale implementazione dell’innovazione tecnologica e dalla corretta gestione delle tecnologie sanitarie: questa sfida politica, culturale e sociale deve essere accolta in Italia dalle Istituzioni nazionali e regionali, dalle agenzie, dall’università, dalle professioni, dai cittadini e dalle loro rappresentanze, dai media.
SFIDA 2: DELL’ACCESSO SI ALLE TECNOLOGIE COME STRUMENTO PER UNA SANITÀ UNIVERSALE
Le tecnologie biomediche rappresentano una risposta irrinunciabile per l’accesso universale e uniforme alle risposte di salute su tutto il territorio nazionale. La sfida tecnologica può rappresentare un salto in avanti per l’universalismo e per l’equità dei servizi. Non è accettabile che le tecnologie avanzate si concentrino solo dove già la sanità è d’eccellenza. Se la risposta tecnologica in sanità non è garantita e accessibile su tutto il territorio, penalizzando il Sud del Paese, le zone rurali, le piccole isole, le zone montane, le stesse tecnologie diventeranno nuovo motivo di disequilibrio e differenziazione, aumentando il fenomeno della mobilità sanitaria, una tra le prime criticità del SSN.
SFIDA 3: DELLA PROGRAMMAZIONE SI ALL’APPROCCIO ACCURATO E CONCRETO DEGLI INVESTIMENTI TECNOLOGICI Una disponibilità omogenea delle tecnologie può essere ottenuta solo tramite una programmazione territoriale rigorosa, che tenga conto del bacino di utenza e delle competenze realmente presenti e non attraverso una distribuzione “a pioggia” di tecnologie avanzate. Corretta programmazione significa quindi investimenti mirati a beneficio di tutti, ottenendo la massima risposta in termini di servizi offerti. La sfida della programmazione delle tecnologie healthcare deve prevedere un approccio olistico all’uso consapevole della tecnologia e deve porre massima attenzione nella operatività concreta per evitare fenomeni distorcenti. La tecnologia diviene così un’opportunità da usare in modo adeguato, lungimirante ed appropriato.
SFIDA 4: DELL’INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA SI ALLE TECNOLOGIE COME STRUMENTO DELLA SANITÀ DI PROSSIMITÀ L’intero SSN si sta ripensando in termini territoriali, con una rinnovata centralità attribuita alla sanità di prossimità. Le tecnologie divengono centrali anche in questo ambito, permettendo – anche in formati di telemedicina, di applicazioni mobili e di devices con controllo da remoto – un nuovo approccio alle cronicità, ai bisogni della terza-quarta età, delle RSA e dell’Assistenza domiciliare integrata. La sfida dell’integrazione sociosanitaria è dunque quella che, sia a livello centrale che a livello regionale e territoriale, occorre sostenere, organizzare, programmare e monitorare come innovazione radicale, anche grazie al coinvolgimento concreto, vasto e tempestivo delle forze dei cittadini e dell’attivismo civico.
SFIDA 5: SI ALLA MISURABILITÀ DELLE PRESTAZIONI TECNOLOGICHE Le tecnologie utili e coerenti con i bisogni di salute offrono prestazioni misurabili all’interno dei percorsi diagnostico-terapeutici. Occorre che la sfida della misurazione degli esiti – anche attraverso la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecnologiche – diventi, nel percorso di valutazione, uno degli assi fondamentali attraverso i quali far passare il paradigma della qualità, non solo come rispondenza a criteri tecnici e normativi, ma anche di coerenza con le scelte di politica sociosanitaria, economica e di programmazione sanitaria.
SFIDA 6: DEL MODELLO ORGANIZZATIVO SI ALL’INTEGRAZIONE DELLE TECNOLOGIE NEI PROCESSI DI CURA Una corretta cultura tecnologica e dei servizi sanitari utili e disponibili impone l’affermazione di un modello organizzativo basato su nuovi processi operativi e decisionali nei quali si affermi l’integrazione delle tecnologie “a monte” dei processi di cura. È la sfida dell’individuazione di nuovi modelli che aprano la strada ad una “gestione” che veda le competenze come elemento distintivo di questo nuovo processo, anche gestionale, di implementazione delle tecnologie nelle politiche sanitarie.
SFIDA 7: DELLE COMPETENZE SI AL RIPENSAMENTO DELLA FORMAZIONE L’introduzione di nuovi modelli organizzativi genera una nuova sfida: quella legata alla formazione degli operatori sanitari che utilizzano le tecnologie e degli specialisti che sono chiamati a scegliere, valutare e gestire le stesse. È una sfida interna al Servizio Sanitario Nazionale, senza la quale si rischia di creare o ampliare gap tra territori e tra professionisti. Questa sfida mette al centro dell’attenzione sia la formazione accademica del comparto sanitario, che la formazione come strategia continua, per la quale occorre sia rilanciare in modo aperto e trasparente le opportunità di aggiornamento offerte anche dal settore industriale, sia prevedere meccanismi più agili per la formazione dei professionisti presso altre strutture del SSN.
SFIDA 8: DELLO SVILUPPO SI AL COMPARTO INDUSTRIALE TECNOLOGICO COME ELEMENTO DEL SISTEMA PAESE Le tecnologie salvavita e le innovazioni devono essere disponibili e sostenibili anche in una logica di sistema produttivo. Il comparto industriale delle tecnologie per la salute deve essere osservato, valutato e giudicato come elemento di sviluppo di sistema e deve essere incentivato nella sua presenza, ricerca, produzione, distribuzione e implementazione. Non può e non deve essere penalizzato a motivo di carenze programmatorie, gestionali o di controllo della spesa, né a causa di un mutato contesto regolatorio europeo che, pur ponendosi il giusto obiettivo della sicurezza, rischia di costituire un freno all’innovazione nel nostro continente.