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Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100

Agron, il bambino albanese diventato re dei call center

fonte: Corriere della Sera – pag. 25

di Leonard Berberi

Sguardo verso l’obiettivo, giubbotto grigio, un orologio di plastica al polso sinistro e due dita alzate con la mano destra in segno di esultanza. Marzo 1991, stazione ferroviaria di Monguelfo (Bolzano). «Sono io, avevo 13 anni. Lo scatto è di Guido Perini, un fotografo del posto che si trovava lì per documentare l’arrivo di un gruppo di migranti albanesi», dice Agron Shehaj mostrando l’immagine. Un quarto di secolo dopo quel bambino fuggito con la famiglia da Valona è diventato uno dei «padroni» dei call center d’Europa, Intercom Data Service (IDS), quindici uffici sparsi in Albania, oltre tremila dipendenti — «quasi tutti del posto, qualche italiano e un inglese» —, clienti del Belpaese, 20 milioni di euro all’anno di fatturato e quartier generale al «Bllok», pieno centro di Tirana, un tempo il quartiere blindato che ospitava il dittatore comunista e i suoi «delfini».

L’articolo completo su Corriere della Sera del 19 gennaio 2017