Indirizzo
Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100
Superare le barriere che ostacolano attualmente la sostenibilità degli appalti in Europa attraverso una visione condivisa, favorendo lo scambio di buone pratiche e definendo azioni concrete per rendere gli appalti pubblici in Europa più aperti, trasparenti e sostenibili: è l’obiettivo della conferenza internazionale organizzata da Open Contracting Partnership in collaborazione con Anac, con la Commissione per gli appalti pubblici dell’Albania, il governo dei Paesi Bassi e la Banca europea per la ricostruzione a Tirana il 15 e il 16 giugno.
Per il presidente dell’Anac Giuseppe Busia, intervenuto in apertura e in chiusura dell’evento la due giorni albanese è stata anche l’occasione per metter in agenda diversi incontri bilaterali con le istituzioni di Tirana che si occupano di lotta alla corruzione.
Mercoledì 14 ha incontrato i vertici dell’High Inspectorate for Declaration and Audit of Assessment and Prevention of Conflict of Interest (HIDAACI) e successivamente la Direttrice Generale della Agenzia per gli Appalti Pubblici (Public Procurement Agency – PPA), Reida Kashta. Giovedì è stata la volta del bilaterale con Eridana Cano, direttore generale dell’Agency for Dialogue and Governance with the Citizens. Venerdì Busia ha incontrato il Ministro della Giustizia albanese, Ulsi Manja, e il Presidente della Albanian Supreme State Audit Institution (ALSAI), la più alta istituzione di controllo economico e finanziario del paese, Arben Shehu. Presso il ministero della Giustizia albanese, con l’obiettivo di migliorare il coordinamento centrale anticorruzione, è stata creata una nuova Direzione Generale Anticorruzione, incorporando competenze e funzioni che prima facevano parte della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Alcuni dati
Dalla conferenza internazionale di Tirana è emerso che quasi un euro su tre speso dai governi europei è in appalti pubblici, per un totale del 14% del PIL. L’entità della spesa per gli appalti dei governi la rende una delle leve più potenti per affrontare la crisi climatica. Ma la maggior parte dei paesi dell’UE utilizza affidamenti diretti più spesso di quanto raccomandato dagli esperti: questo aumenta il rischio di corruzione e pratiche sleali nella spesa pubblica per un valore di 2 mila miliardi di euro.
Open Contracting Partnership ha riunito a Tirana più di 100 leader provenienti da più di 20 paesi in tutta Europa per discutere su come garantire che gli appalti europei siano trasparenti, equi e sostenibili. “Gli appalti pubblici sono una potente leva per ottenere un impatto economico, sociale e ambientale in Europa. Tuttavia, gran parte dei dati sugli appalti pubblici nell’UE rimane frammentaria e inaccessibile. Abbiamo bisogno di una visione comune e di migliori dati aperti e di partecipazione dalla pianificazione alla consegna per raggiungere questi obiettivi e rafforzare la governance democratica per i cittadini europei”, ha detto Karolis Granickas, Head of Europe presso Open Contracting Partnership.
Le parole di Busia
“La sostenibilità deve diventare la norma negli appalti, non un obiettivo che viene raggiunto solo in alcuni casi particolari. E la sostenibilità è finanziaria ma anche ambientale e sociale, per migliorare la nostra vita”, ha detto il presidente Anac Giuseppe Busia sottolineando “l’importanza vitale di creare una rete di istituzioni e organizzazioni che la pensino allo stesso modo, che condividano un interesse comune per gli appalti pubblici aperti e sostenibili. In un settore come quello degli appalti che si sta evolvendo rapidamente, è fondamentale per noi riunirci e mettere in comune le nostre risorse, competenze ed esperienze. In questo modo, possiamo creare una solida rete che prospera grazie alla collaborazione, all’innovazione e alle best practice condivise”.
“La trasparenza e la digitalizzazione sono strumenti potenti per prevenire la corruzione: i dati possono aiutare le istituzioni a migliorare gli appalti e a evitare l’uso improprio del denaro pubblico e i dati aperti aiutano i cittadini e i giornalisti a partecipare a questo sforzo per migliorare gli appalti, ma anche per migliorare l’azione pubblica e per ricevere un miglior rapporto qualità-prezzo. Nel corso degli anni, gli appalti pubblici sono diventati sempre più uno strumento politico: raggiungere gli obiettivi del 2030, stimolare i cambiamenti sociali e riprendersi dalle crisi”, ha osservato Busia.