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Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100
Il Ministero delle Infrastrutture ha pubblicato il Report conclusivo della consultazione on-line sul Codice degli Appalti, che si è conclusa il 10 settembre 2018.
I temi di riflessione sottoposti a consultazione costituivano altrettanti punti di emersione delle criticità più urgenti rilevate durante l’opera di monitoraggio effettuata dal Ministero nei primi due anni di vigenza del Codice, ovvero segnalate nel tempo da un’ampia platea di stakeholders, tra cui associazioni di categoria, fondazioni di studio e ricerca, liberi professionisti, altre Amministrazioni pubbliche.
Analizzati dati e trend, il report si conclude evidenziando gli argomenti ‘caldi’, che hanno suscitato il maggior numero di interventi e richieste di modifica: il subappalto (art. 105), i criteri di aggiudicazione (art. 95 commi 4 e 5), la disciplina dell’anomalia (art. 97 commi 2 e 3), i dati oggetto di pubblicazione e i termini di decorrenza anche ai fini dell’impugnativa (art. 29 commi 1 e 2), la nomina e i requisiti del RUP (art. 31 comma 1), i motivi di esclusione (art. 80) e gli incentivi per le funzioni tecniche (art. 113).
«Inoltre, soprattutto le pubbliche amministrazioni hanno chiesto profonde modifiche degli istituti di cui alle lettere a), d),e), f), g). Esse hanno anche proposto la riforma della disciplina delle commissioni giudicatrici e dell’albo dei commissari presso l’ANAC (art. 77, commi 1 e 3). Sui medesimi temi si è registrata la sostanziale convergenza delle aziende private e dei liberi professionisti, con un maggior interesse rispetto alla riforma dei criteri di aggiudicazione (art. 95, commi 4 e 5), di quelli di nomina dei Responsabili Unici del Procedimento (RUP) e dei relativi requisiti (art. 31, comma 1)».
Una netta presa di posizione con richiesta di abrogazione, sia pur con contributi numericamente meno ampi dei precedenti, ha riguardato:
a) la soft law e le linee guida (art. 213), con una sostanziale richiesta di superamento dell’esperienza che avrebbe determinato incertezza e instabilità del quadro normativo;
b) il rito c.d. super speciale, ritenuto inidoneo sul piano processuale a raggiungere l’obiettivo di deflazionare il contenzioso (come emerge dall’analisi congiunta dei contributi pervenuti sull’art. 204, comma 1, lett. b e d, e sull’ art. 29, comma 1);
c) l’avvalimento (art. 89, commi 2 e 4), per evitare che imprese non adeguatamente qualificate partecipino alle gare.
Si segnalano, infine, le richieste di modifica sui temi:
Documenti correlati: Report consultazione sul Codice dei Contratti