Indirizzo
Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100
a cura del dott. Marco Boni, direttore responsabile di News4market.
Nel 2016 la spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) è stata pari a 29,4 miliardi di euro, di cui il 77,4% è stato rimborsato dal SSN. La spesa farmaceutica territoriale pubblica è stata pari a 13.874milioni di euro (circa 228,7 euro pro capite), con un aumento del +3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fronte di una riduzione del -2,5% della spesa farmaceutica convenzionata netta, si registra un incremento del +13,9% della spesa per medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto. La spesa per i farmaci utilizzati in ambito ospedaliero è stata pari a 3,4 miliardi di euro, per il 71,0% composta dai farmaci di classe H, per il 19,1% dai farmaci di classe C e per il restante 10,0% dai farmaci di classe A.
Il numero delle ricette secondo il rapporto diminuisce del -1,5% e del -1,2% quello delle confezioni erogate in regime di assistenza convenzionata rispetto al 2015. I farmaci per l’apparato cardiovascolare sono al primo posto per spesa e consumi, seguiti da quelli per l’apparato gastrointestinale e per il metabolismo. Gli antineoplastici e immunomodulatori rappresentano invece la prima categoria a maggiore incidenza in termini di spesa (70,2 euro pro capite) e la quinta in termini di dosi medie prescritte.
I farmaci a brevetto scaduto sono stati nel 2016 il 56,1% della spesa convenzionata e il 2,1% della spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche: complessivamente il 22% della spesa farmaceutica Ssn. I dati del 2016 hanno confermato l’incremento dell’incidenza del consumo di tutti i farmaci biosimilari.L’incidenza del consumo dei farmaci biosimilari rispetto all’originator ha raggiunto il 90% per i fattori della crescita e quasi il 60% per le epoetine. Nel 2016 le tre regioni che hanno fatto registrare la spesa farmaceutica convenzionata di classe A-Ssn più elevata sono state la Campania con 217,6 euro pro capite, la Puglia 213,1 euro e la Calabria 204,5 euro; al contrario Bolzano, l’Emilia Romagna e la Toscana hanno registrato la spesa pro capite più bassa, rispettivamente 128,7 euro, 132,2 euro e 141,6 euro, valori al di sotto della media nazionale di 174,4 euro. Nel 2016 tutte le Regioni hanno adottato la distribuzione diretta, mentre l’Abruzzo è l’unica regione che non utilizza ancora la distribuzione per conto.
La spesa per i farmaci utilizzati in ambito ospedaliero è stata pari a 3,4 miliardi di euro, per il 71,0% composta dai farmaci di classe H, per il 19,1% dai farmaci di classe C e per il restante 10,0% dai farmaci di classe A. I primi 30 principi attivi rappresentano il 47,3% della spesa e comprendono in prevalenza principi attivi che rientrano nella categoria degli antineoplastici.
L’USO DEI FARMACI IN ITALIA: SINTESI DEI RISULTATI NELL’ANNO 2016
Il Rapporto analizza i dati relativi ai farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata, presenta i dati relativi ai medicinali utilizzati dai pazienti a fronte della loro dispensazione in distribuzione diretta e per conto, o nel contesto specifico dell’assistenza ospedaliera.
ANDAMENTO NAZIONALE
Nel 2016 la spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) è stata pari a 29,4 miliardi di euro, di cui il 77,4% è stato rimborsato dal SSN. La spesa farmaceutica territoriale pubblica è stata pari a 13.874milioni di euro (circa 228,7 euro pro capite), con un aumento del +3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fronte di una riduzione del -2,5% della spesa farmaceutica convenzionata netta,si registra un incremento del +13,9% della spesa per medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto. I consumi in regime di assistenza convenzionale presentano,rispetto al 2015, riduzioni in termini di numero di ricette e confezioni, rispettivamente del -1,5% e del -1,2%; in media ogni giorno sono state utilizzate 1.134,2 dosi ogni mille abitanti con un incremento del +1,7% rispetto all’anno precedente e sono state dispensate 1.117 milioni di confezioni.
Nel 2016 l’incidenza della compartecipazione a carico del cittadino (comprensiva del ticket per confezione e della quota a carico del cittadino eccedente il prezzo di riferimento sui medicinali a brevetto scaduto) sulla spesa convenzionata lorda mostra un leggero aumento rispetto al 2015, passando dal 14,0% al 14,5% nel 2016. L’ammontare complessivo della spesa per compartecipazioni a carico del cittadino sui medicinali di classe A è risultata pari a 1.540 milioni di euro, in aumento, anche se contenuto, rispetto all’anno precedente, del +1,2%. Resta costante la riduzione del ticket fisso per ricetta (-1,2%), mentre è stato evidenziato un incremento della quota a carico del cittadino eccedente il prezzo di riferimento per i medicinali a brevetto scaduto (+2,5%). L’incidenza percentuale della quota a carico del cittadino eccedente il prezzo di riferimento per i medicinali a brevetto scaduto è pari al 66,4% con un valore di spesa pari a 1.022 milioni di euro,mentre il ticket per confezione ha pesato per il 33,6%, con un valore di spesa di 518 milioni di euro.
La spesa privata, comprendente tutte le voci di spesa sostenute dal cittadino, ha registrato un decremento, rispetto all’anno precedente del -2,3%, a cui ha contribuito principalmente il calo della spesa per l’acquisto privato dei farmaci di classe A (-11,9%) e della spesa per medicinali di automedicazione (SOp,OtC) (-2,3%). Di contro è stato registrato un incremento del +1,2% di tutte le compartecipazioni a carico del cittadino e del +0,6% della spesa dei farmaci di classe C con ricetta. Nel 2016 la spesa per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata pari a 195,84 euro pro capite, in crescita del +8,8% rispetto all’anno precedente; le dosi giornaliere per mille abitanti, che sono state pari a 166,2 sono aumentate del +8,6% rispetto allo scorso anno.
Le principali componenti della diminuzione del -1,9% della spesa farmaceutica convenzionata (effetto quantità, prezzi e mix), rispetto al 2015, hanno evidenziato una diminuzione dei medicinali prescritti (-2,0% in termini di dosi-definite-giornaliere, i.e. DDD), un decremento dei prezzi (-1,1%); tuttavia, analizzando l’effetto mix, si evidenzia uno spostamento dei consumi verso farmaci in media più costosi (effetto mix positivo: +1,7%). Nell’ambito dell’assistenza farmaceutica convenzionata, la categoria terapeutica dei farmaci dell’apparato cardiovascolare rappresenta la prima sia in termini di spesa (55,3 euro pro capite), sia in termini di dosi medie prescritte (468,1 dosi ogni 1000 abitanti al giorno, diseguito DDD/1000 ab die), seguita dalla categoria dei farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, con una spesa pro capite di 32,2 euro e 247,0 DDD/1000 ab die.
Nell’ambito dell’assistenza farmaceutica erogata dalle strutture sanitarie pubbliche, la categoria terapeutica dei farmaci antineoplastici ed immunomodulatori rappresenta la prima a maggiore incidenza in termini di spesa con 70,2 euro pro capite e la quinta in termini di dosi medie prescritte (9,1 DDD/1000 ab die),seguita dai farmaci antimicrobici per uso sistemico, con una spesa pro capite di 59,0 euro, rappresentanti la sesta categoria in termini di dosi medie prescritte (8,6 DDD/1000 ab die). Considerando la spesa a carico del SSN, comprensiva della spesa per i farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata e di quelli acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, la categoria degli antineoplastici ed immunomodulatori si colloca al primo posto (4,5 miliardi di euro), seguita dai farmaci antimicrobici per uso sistemico (4,4 miliardi di euro) e dai farmaci del sistema cardiovascolare (3,6 miliardi). In regime di assistenza convenzionata, l’utilizzazione di medicinali si concentra su un numero limitato di principi attivi; infatti, le prime 30 sostanze rappresentano quasi il 40% della spesa farmaceutica lorda. I primi tre principi attivi a maggior spesa sono stati il pantoprazolo (4,6 euro pro capite), la rosuvastatina (4,2 euro pro capite) e l’atorvastatina (3,6 euro pro capite). I farmaci a brevetto scaduto rappresentano il 56,1% della spesa convenzionata e il 2,1% della spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, costituendo complessivamente il 22,0% della spesa farmaceutica SSN. Il consumo dei farmaci a brevetto scaduto rappresenta il 71,0% del consumo SSN e, nel dettaglio, il 77,4% dei consumi in regime di assistenza convenzionata e il 27,9% dei consumi dei farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche.
La percentuale di spesa per i farmaci equivalenti (farmaci a base di principi attivi con brevetto scaduto, ad esclusione di quelli che hanno goduto di una copertura brevettuale) è stata pari al 6,2% del totale dei farmaci a brevetto scaduto. I primi 3 principi attivi a brevetto scaduto a maggior spesa sono rappresentati da due inibitori di pompa e da una statina: pantoprazolo (184,3 milioni di euro), atorvastatina (145,2 milioni di euro) e il lansoprazolo (130,6 milioni di euro). I dati del 2016 hanno confermato l’incremento dell’incidenza del consumo di tutti i farmaci biosimilari. Inoltre, nel 2016 ha avuto inizio la commercializzazione dei biosimilari dell’insulina glargine e dell’etanercept. Nel corso del 2016 la spesa per i farmaci erogati attraverso la distribuzione diretta e per conto è stata pari a 8,7 miliardi di euro, a sua volta composta per 7,2 miliardi di euro dalla spesa diretta in senso stretto (per ogni classe di rimborsabilità) e per 1,5 miliardi di euro dai medicinali erogati in distribuzione per conto. La spesa è costituita per il 64,4% dai farmaci di classe A, per il 34,9% dai farmaci di classe H e per il rimanente 0,8% dai farmaci di classe C. I primi tre principi attivi a maggior spesa erogati in distribuzione diretta sono rappresentati dal sofosbuvir (1.609,5 milioni di euro), dal fattore vIII (271,3 milioni di euro) e dall’adalimumab (260,2 milioni di euro).
La spesa per i farmaci utilizzati in ambito ospedaliero è stata pari a 3,4 miliardi di euro, per il 71,0% composta dai farmaci di classe H, per il 19,1% dai farmaci di classe C e per il restante 10,0% dai farmaci di classe A. I primi 30 principi attivi rappresentano il 47,3% della spesa e comprendono in prevalenza principi attivi che rientrano nella categoria degli antineoplastici. I primi tre principi attivi a maggiore spesa nel 2016, utilizzati in ambito ospedaliero, rimangono il trastuzumab (222,7 milioni di euro), il bevacizumab (189,6 milioni di euro) e il rituximab (156,3 milioni di euro). La spesa dei farmaci erogati in distribuzione diretta e per conto e in ambito ospedaliero, trasmessa dalle regioni e registrata attraverso i flussi NSIS, presenta sul territorio una variabilità nel grado di completezza, soggetto ad un consolidamento progressivo in corso d’anno.
Nel 2016 le tre regioni che hanno fatto registrare la spesa farmaceutica convenzionata di classe A-SSN più elevata sono state la Campania con 217,6 euro pro capite, la puglia 213,1 euro e la Calabria 204,5 euro; al contrario la provincia Autonoma di Bolzano, l’Emilia Romagna e la Toscana hanno mostrato la spesa pro capite più bassa, pari rispettivamente a 128,7 euro, 132,2 euro e 141,6 euro; tali valori si assestano ben al di sotto della media nazionale di 174,4 euro. Nel complesso abbiamo una situazione che mostra un andamento regionale omogeneo, con una sola regione ad aver avuto un incremento di spesa rispetto all’anno precedente (+0,8% nella p.A. di Bolzano), mentre in tutte le altre regioni è stata evidenziata una riduzione, con percentuali variabili tra il -0,1% della p.A. di Bolzano ed il -8,3% della valle d’Aosta.
I più alti livelli di consumo in regime di assistenza convenzionata sono stati osservati in Puglia (1.263,5 DDD/1000 ab die), Lazio (1.263,1 DDD/1000 ab die) e Campania (1.239,2 DDD/1000 ab die), mentre i consumi più bassi sono stati riscontrati nella provincia Autonoma di Bolzano (935,8 DDD/1000 ab die), in valle d’Aosta (939,1 DDD/1000 ab die) e in Liguria (950,6 DDD/1000 ab die) (tabella 3). La spesa pro capite dei farmaci di classe C con ricetta mostra una variabilità regionale che oscilla tra i valori più elevati della Liguria (58,6 euro), della Toscana (53,7 euro) e del Lazio (53,2 euro), e i valori notevolmente più bassi del Molise (35,1 euro), della Basilicata (37,9 euro) e della provincia Autonoma di Bolzano (38,2 euro).
I farmaci di Classe C registrano, rispetto al 2015, una riduzione in tutte le regioni italiane con la sola eccezione di Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Campania. Anche la spesa per i farmaci per automedicazione ha registrato una riduzione in tutte le regioni italiane, ad eccezione delle Marche (+1,4%). Dall’analisi sulla relazione tra spesa e consumi erogati in regime di assistenza convenzionata, la Basilicata e la Lombardia sono le regioni che consumano mediamente di meno rispetto alla media nazionale, spendendo di più; al contrario, la regione Umbria è quella nella quale si registra un consumo medio superiore a quello medio nazionale, spendendo mediamente meno.
La complessiva riduzione della spesa farmaceutica convenzionata nazionale nel 2016 rispetto al 2015 è riconducibile prevalentemente alla componente della riduzione dei prezzi che ha assunto le dimensioni più accentuate nella provincia Autonoma di Bolzano (-2,7%), in Abruzzo (-2,7%) e in valle d’Aosta (-2,6%). tale riduzione dei prezzi è parzialmente controbilanciata, a livello nazionale, dall’effetto derivante da una crescita dei consumi (effetto quantità: +1,7% in termini di DDD totali) con gli incrementi più elevati in Campania (+4,2%) e nelle province Autonome di Bolzano e Trento (entrambi +3,0%); al contrario solo la valle d’Aosta e il Molise hanno registrato un decremento, rispettivamente, del -7,6% e -0,4%.
L’effetto mix negativo registrato nel 2016 in realtà sottende un’ampissima variabilità regionale, compresa tra il valore massimo della valle d’Aosta (+2,7%) e quello minimo della Sardegna (-4,7%). Lazio (74,9%), Sicilia (74,5%) e Umbria (74,3%) sono state le regioni con il maggior consumo di farmaci a brevetto scaduto a carico del SSN, mentre l’incidenza più bassa è stata rilevata nella p.A. di Bolzano (63,5%), in Veneto (63,7%) e in Toscana (67,7%). L’utilizzo dei farmaci a brevetto scaduto è in costante aumento e gli incrementi maggiori nel 2016, rispetto al 2015,sono stati registrati in Campania (+8,4%), p. A. di Trento (+6,6%) e nelle Marche (+5,4%). Le regioni in cui è stata osservata la spesa pro capite più elevata per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche sono state la Campania (240,6 euro), la Sardegna (233,2 euro) e la Toscana (231,0 euro), mentre la valle d’Aosta (145,3 euro), la provincia Autonoma di Trento (151,2 euro) e il Friuli Venezia Giulia (164,5 euro) sono caratterizzate da valori di spesa molto inferiori rispetto alla media nazionale pari a 195,8 euro pro capite (tabella 16). In termini di consumi, Emilia Romagna e Molise sono le regioni con il più alto e il più basso numero di dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti acquistate dalle strutture sanitarie pubbliche (rispettivamente 329,7 e 102,7 dosi giornaliere). La provincia Autonoma di Bolzano (+29,3%) e le regioni Toscana (+22,0%) e Friuli Venezia Giulia (+15,0%) sono quelle nelle quali sono stati registrati i maggiori incrementi nel consumo per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche; al contrario nella valle d’Aosta (+0,6%), nel Molise (+1,2%) e nella Liguria (+3,3%) sono stati registrati i minori incrementi del consumo.
Nel 2016 tutte le regioni hanno adottato la distribuzione diretta, mentre l’Abruzzo è l’unica regione che non utilizza ancora la distribuzione per conto. A livello nazionale, la ripartizione percentuale della spesa farmaceutica tra distribuzione diretta in senso stretto e distribuzione per conto è pari rispettivamente all’82,6% e al 17,4%; tuttavia vi sono rilevanti differenze regionali, in quanto vi sono regioni che ricorrono in modo più esteso alla distribuzione diretta (Emilia Romagna, Liguria e provincia Autonoma di Bolzano) rispetto ad altre regioni nelle quali tale canale alternativo è relativamente meno utilizzato (Calabria,Molise e Lazio).
Per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica ospedaliera, le regioni che registrano la maggior spesa per consumo di medicinali in ambito ospedaliero -in valore assoluto- sono la Lombardia (328,2 milioni di euro), il Lazio (323,7 milioni di euro), e la Toscana (323,4 milioni di euro). La spesa dei farmaci erogati in distribuzione diretta e per conto e in ambito ospedaliero, trasmessa dalle regioni e registrata attraverso il flusso NSIS, presenta un disomogeneo grado di completezza ed in ogni caso soggetto ad un consolidamento progressivo in corso d’anno.