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La sanità piemontese, per la prima volta dopo tanti anni, riesce finalmente a pagare con puntualità i propri fornitori, rispettando i tempi di scadenza delle fatture. Gli ultimi dati disponibili, relativi al primo trimestre del 2018, rilevano infatti come la grande maggioranza delle aziende sanitarie regionali riesca a rispettare le tempistiche previste o a limitare il ritardo a pochi giorni.
“Si tratta di un risultato molto importante, oltre ad essere uno degli obiettivi che ci eravamo fissati all’inizio della legislatura, quando abbiamo cominciato a lavorare per rimettere a posto i conti della sanità piemontese e per uscire dal piano di rientro” spiega l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, che ha fatto il punto della situazione nel corso dell’ultima riunione della Giunta regionale.
“Oggi possiamo dire che il sistema sanitario regionale nel suo complesso rispetta sostanzialmente i tempi fissati per i pagamenti – continua l’assessore. Tutte le aziende sanitarie piemontesi, in questi anni, hanno compiuto grandi miglioramenti: nel 2014 in molti casi si arrivava a superare i 150 e persino i 200 giorni di ritardo e in passato, per far fronte agli impegni, le aziende avevano dovuto ricorrere ad anticipazioni di cassa per oltre un miliardo di euro con conseguente pagamento di interessi. Il rispetto dei tempi è dunque un vantaggio sia per i fornitori che per lo stesso sistema sanitario”.
La scadenza delle fatture – che nella sanità piemontese valgono circa 3,5 miliardi di euro annui – è fissata a 30, 60 o 90 giorni a seconda del tipo di contratto stipulato delle aziende sanitarie. Secondo i dati dei primi mesi dell’anno, tre aziende, l’ASL TO4, l’ASL VCO e l’ospedale di Cuneo, riescono a pagare prima della scadenza fissata, rispettivamente con 0,48, 2,12 e 2,32 giorni di anticipo, altre cinque aziende (ASL CN2, ASL TO5, ASL CN1, ospedale di Alessandria, ASL TO3) saldano puntuali o entro un massimo di 10 giorni e tutte le altre riescono a contenere il ritardo entro 20-30 giorni. Se si guarda ai dati relativi all’anno 2014, al contrario, la quasi totalità delle aziende sanitarie piemontesi aveva un ritardo medio nei pagamenti superiore ai 50 giorni, con picchi negativi di oltre 200 giorni rispetto alle scadenze.
“Una significativa riduzione è stata ottenuta in questi ultimi mesi proprio grazie all’uscita dal piano di rientro – aggiunge l’assessore Saitta – che ci ha consentito di sbloccare una quota di risorse che il ministero aveva congelato in via cautelativa. Soltanto a dicembre abbiamo potuto effettuare un’iniezione di liquidità pari a 500 milioni di euro”.