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Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100
a cura del dott. Marco Boni, direttore responsabile di News4market.
L’addio al superticket e la revisione delle fasce di compartecipazione con la stretta sui redditi più alti. L’adeguamento delle risorse e la difesa del Servizio sanitario nazionale. Investimento nelle risorse umane e potenziamento dei servizi territoriali. Promozione dei farmaci generici.
Su queste direttrici è verosimile che si muoverà il Governo giallo-rosso. Nell’ultima bozza di programma si legge che «Il Governo è impegnato a difendere la sanità pubblica e universale, valorizzando il merito. Occorre inoltre, d’intesa con le Regioni, assicurare un piano di assunzioni straordinarie di medici e infermieri; integrare i servizi sanitari e socio-sanitari territoriali; potenziare i percorsi formativi medici».
La Ministra Grillo aveva messo molta “carne al fuoco”, compresa una nuova governance del farmaco, con prevista concertazione stato-regioni. Si possono immaginare le politiche per la salute che il neo Ministro Speranza vorrà perseguire analizzando il programma che era stato messo a punto da LeU in vista delle elezioni politiche del 4 marzo 2018.
“Una sanità pubblica, davvero”
Da 40 anni il nostro Paese dispone di un sistema sanitario che garantisce a tutti la tutela della salute sulla base del principio che paga chi può (con la fiscalità generale) a favore di chiunque ne abbia bisogno. Eppure oggi il diritto alla salute è sempre meno rispettato: le procedure di accesso ai servizi sono sempre più complicate, i ticket sono più elevati del prezzo delle prestazioni, le liste d’attesa sono sempre più lunghe, le famiglie sono lasciate sole nell’assistenza alle persone con disabilità, le diseguaglianze sono sempre più ampie – soprattutto fra Nord e Sud del Paese, gli operatori sanitari sono pochi e demotivati, le strutture e le tecnologie sono obsolete e persino l’ordinaria manutenzione è carente.
È TEMPO CHE LA SALUTE RITORNI AD ESSERE UNA PRIORITÀ.
È il momento di ergersi con forza in difesa del Servizio sanitario nazionale e della sua originaria vocazione universalistica e di opporsi al disegno volto a creare di fatto un doppio binario: un servizio pubblico impoverito e inefficiente e un sistema privato solo per chi se lo può permettere. Per questo è necessario lavorare sulle tre dimensioni della crisi attuale: i valori, il funzionamento e il finanziamento. I valori, sanciti dalla Costituzione e dalla legge istitutiva del SSN, a partire dal rispetto della dignità della persona umana, sia essa bisognosa di assistenza o lavoratore della sanità pubblica. Il funzionamento del sistema, prevedendo lo sviluppo e l’attuazione delle tante norme ancora disattese e avviando un rinnovamento strutturale del modello di cura, rendendolo davvero capace di accogliere e accompagnare le persone nei percorsi di cura e promozione della salute. Oltre alla lotta agli sprechi, alle inefficienze e alla corruzione, va superato il vecchio modello di cura centrato sull’attesa e sull’ospedale. Fondamentale è la prevenzione primaria, per intervenire affinché le persone non si ammalino, agendo sui fattori di rischio legati all’ambiente di vita e di lavoro e sui principali fattori di rischio delle malattie croniche (inquinamento, fumo, obesità, sedentarietà), inserendo l’obiettivo salute in tutte le politiche e superando l’attuale separazione tra i servizi di prevenzione e tutela ambientale. La garanzia dei diritti richiede la radicale riorganizzazione e il potenziamento dei servizi territoriali, non solo in risposta alla recente drastica riduzione delle attività ospedaliere (dal 2008 ad oggi i ricoveri si sono ridotti di oltre un quarto), ma anche per offrire cure primarie, basate sulla sanità d’iniziativa e su gruppi di lavoro multi-professionali e multidisciplinari, che garantiscano un’assistenza integrata e personalizzata, fondata sull’inclusione sociale, all’interno delle Case della Salute e con il coinvolgimento delle comunità locali. Il finanziamento, le restrizioni operate negli anni 2011-2016 al finanziamento pubblico hanno ridotto le risorse disponibili al di sotto dei livelli necessari a garantire servizi adeguati in tutte le regioni, in un contesto di costi crescenti dovuti all’invecchiamento della popolazione e alla disponibilità di nuove cure. Ciò ha inciso su valori fondanti del SSN quali l’universalismo e l’equità di accesso, aumentando la spesa privata e le disuguaglianze fra i cittadini a scapito dei meno abbienti e dei più fragili. È indispensabile tornare a investire nella salute, riallineando progressivamente la spesa sanitaria pubblica alla media dei paesi dell’Europa occidentale. Come primo passo è necessario prevedere un graduale aumento del fondo sanitario, aggiornare i criteri di riparto fra le regioni e individuare una specifica strategia per il superamento del divario Nord – Sud. È inoltre necessario porre un freno alla diffusione dei fondi sanitari integrativi (in realtà sostitutivi rispetto al Ssn) perché costosi e discriminanti, prevedendo regole più precise e rivedendone le agevolazioni fiscali.
LIBERI E UGUALI PROPONE 6 PROGETTI STRATEGICI