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In una nota diffusa il 5 giugno 2020 i giudici contabili stigmatizzano “preventivamente” una delle disposizioni normative inserite nel Decreto “semplificazioni”
L’Associazione magistrati della Corte dei conti “esprime viva preoccupazione con riferimento alle notizie di stampa secondo le quali sarebbe allo studio, per la materia dei contratti pubblici, la previsione dell’eliminazione della responsabilità erariale per colpa grave”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’associazione dei magistrati contabili. “Una simile riforma non comporterebbe alcuna semplificazione dell’azione amministrativa – che richiederebbe una significativa riduzione dello stock normativo – intervenendo su una funzione che si pone fisiologicamente a valle della stessa; al contrario, essa si risolverebbe in una forma di ampia deresponsabilizzazione dell’attività dei pubblici dipendenti”, si legge ancora nel documento. “Tale deresponsabilizzazione si porrebbe, peraltro, in contrasto con quanto disposto dagli artt. 28 e 97 Cost., che individuano nella responsabilità dei funzionari e dei dipendenti pubblici il presidio per garantire la legalità e il buon andamento della pubblica amministrazione, a tutela dei cittadini e delle risorse pubbliche derivanti dall’imposizione fiscale. In tal senso, infatti, si è espressa la Corte costituzionale (Corte cost., sent. 20 novembre 1998, n.371) all’esito dell’abrogazione della responsabilità erariale per colpa lieve, ritenendo l’attuale disciplina della responsabilità erariale il punto massimo ed inderogabile di equilibrio tra l’esigenza di garantire la legalità dell’azione dei pubblici dipendenti e quella di non disincentivarne l’operato”. A detta dell’associazione magistrati della Corte dei conti, “in seguito alla prospettata riforma, verrebbe negata ogni responsabilità per i comportamenti connotati da grave negligenza, imperizia ed imprudenza (numericamente di gran lunga superiori a quelli dolosi) con disastrose conseguenze per il patrimonio collettivo, costituito grazie al sacrificio dei cittadini contribuenti, i quali sarebbero le principali ed uniche vittime di una simile riforma normativa a causa della conseguente socializzazione del danno inferto da pochi alla ricchezza pubblica. La conseguenza di tale innovazione sarebbe quella di impoverire il pubblico erario, disperdere le risorse pubbliche, ivi compresi eventuali contributi europei, impedire, in un momento di così grave emergenza, il migliore utilizzo delle stesse nonché fungere da freno per una corretta selezione meritocratica della classe dirigente, annullando la differenza tra amministratori diligenti e negligenti”. Quindi, “condividendo le perplessità manifestate dallo stesso presidente della Corte dei conti il 29 maggio 2020 e richiamando il disposto dell’art. 1 del Regio decreto-legge 9 febbraio 1939, n. 273”, l’associazione magistrati della Corte dei conti “esprime ferma contrarietà ad ogni modifica del regime della responsabilità erariale che ne preveda la limitazione al solo dolo o, comunque, preveda l’attenuazione della responsabilità per colpa grave” e “invita il Governo a non indebolire il presidio costituzionale di legalità e buona amministrazione dell’attività delle pubbliche amministrazioni costituito dalla responsabilità per colpa grave dei pubblici dipendenti”. I magistrati contabili si dichiarano, infine, “pienamente disponibile a contribuire all’individuazione di meditati e ragionevoli interventi di reale semplificazione dell’attività amministrativa, purché idonei a preservare e garantire legalità ed efficienza nell’interesse supremo del Paese”.