Indirizzo
Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100
fonte: Il Sole 24 Ore – pag. 23
di Giuseppe Latour
La presenza di dipendenti pregiudicati non basta da sola a provare l’infiltrazione mafiosa. E, quindi, ad escludere un’impresa dall’assegnazione di appalti pubblici. Servono altri elementi a consolidare l’interdizione.
Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con una recente sentenza (n. 3138/2018) nella quale viene analizzato il caso di una società colpita proprio da un’interdittiva antimafia del prefetto. Un intervento che, nel settore degli appalti pubblici, ha una serie di effetti molto negativi: soprattutto, in questo caso, l’esclusione dalla «white list» (l’albo provinciale delle aziende sicuramente al riparo dalle infiltrazioni mafiose) e il recesso immediato della Pa da un contratto di appalto per la gestione di rifiuti. Il motivo del provvedimento di interdizione era la presenza nella compagine aziendale «di molteplici dipendenti pregiudicati, dediti ad attività criminale e/o contigui ad attività criminali».
L’articolo completo su Il Sole 24 Ore del 1° giugno 2018