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Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100
a cura del dott. Marco Boni, direttore responsabile di News4market.
“Sul processo, tuttora in atto, di riconoscimento di maggiore autonomia alle Regioni che ne hanno fatto richiesta (alle quali, da ultimo, si è aggiunto anche il Piemonte), è necessario ribadire che il governo crede molto nel percorso avviato per il quale, allo stato attuale, sono in corso approfondimenti che vanno anche oltre l’ambito sanitario. Non vi è dubbio, in realtà, che proprio questo ambito abbia una sua particolare specificità perché, ed è la stessa Costituzione a dircelo, dovranno in ogni caso rimanere invariati i principi di fondo del nostro sistema sanitario, riconducibili ai concetti di unitarietà ed universalità”. Lo ha detto il ministro della Salute, Giulia Grillo, durante l’audizione in Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Proseguendo il ragionamento sulla richiesta di maggiore autonomia portata avanti da alcune Regioni italiane: “Il complessivo equilibrio di un sistema plurale, quale è quello delle autonomie, in particolar modo in un sistema integrato, quale è quello della sanità, impone che al riconoscimento di maggiori poteri debba necessariamente corrispondere l’intensificarsi dei relativi controlli da parte di chi, nell’ambito dell’ordinamento, svolge il ruolo di garante dell’unitarietà delle prestazioni su tutto il territorio nazionale”.
“E’ altrettanto ovvio – ha aggiunto – che le istanze delle Regioni finalizzate ad accrescere le loro prerogative organizzative, ad intensificare l’autonomia nella gestione e nella provvista di personale, nonché ad assicurare ulteriori opportunita’ di formazione, anche specialistica, sono viste con estremo favore dal ministero della Salute: ciò è tanto più vero che, a mio parere, tali facoltà dovrebbero essere riconosciute a tutte le Regioni, in modo da avanzare davvero nel percorso di autonomia che la nostra Costituzione già riconosce loro. Sono questi i valori che hanno condotto finora il ministero nel ‘tavolo delle trattative’ con le Regioni, le quali – ha chiarito il ministro Grillo – hanno dimostrato notevole serietà nel comprendere come essi siano davvero principi irretrattabili e non comprimibili. Resta ovviamente fermo che la stessa serieta’, e la stessa assenza di pregiudizi ideologici, dovrà caratterizzare anche la prossima fase: quella, cioè, nella quale andranno definite le modalità di attribuzione delle risorse a sostegno della accresciuta autonomia”.
Durante l’audizione, il ministro ha anche sottolineato che “Il divario Nord-Sud rimane evidente e in larga misura immutato in termini di servizi offerti, per quantità e qualità, di speranza di vita, di accesso alle cure e di liste di attesa. Ne è ulteriore testimone l’ormai insostenibile peso della migrazione sanitaria che affligge una consistente porzione di nostri concittadini che risiedono nel Centro- Sud. Il primo obiettivo del Ministero della salute non può che essere, dunque, ridurre le diseguaglianze e per far cio’ torneranno utile le iniziative rivolte a perfezionare, se non a superare, il meccanismo dei costi standard, ed a contenere, se non ad eliminare, gli ingiustificati differenziali di costo nell’acquisizione dei beni e servizi”.
“Pur nella piena consapevolezza della preminenza, ben scolpita nel nostro ordinamento, del ruolo regionale in materia sanitaria, va anche detto – ha aggiunto il ministro – che l’attuazione dei piani di rientro, l’andamento dei commissariamenti e l’applicazione dei Patti per la salute ci dicono che il sistema, nel suo complesso, necessita di una ‘manutenzione straordinaria’ che non può prescindere da un ripensamento del ruolo del governo centrale. Ancora oggi, purtroppo, scontiamo gli errori del passato determinati da quella sovrapposizione, squisitamente terminologica, tra un vero ed auspicato decentramento ed un federalismo mai veramente compiuto. Ciò ha avuto – ha concluso Grillo – un riflesso grave sul sistema, rappresentato da una chiara e netta frammentazione della programmazione sanitaria e dei centri di spesa che sta mettendo a rischio la salute dei cittadini, privandoli, in molti casi, della garanzia costituzionale della tutela e del diritto alla salute”.
“La misurazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza) fa ridere, non misurano per nulla la qualità dell’assistenza sanitaria. Quando entrerà in vigore il nuovo sistema di garanzia saranno dolori, perche’ quello si’ che misura la qualita’ dell’assistenza sanitaria nelle Regioni”.
“Le Regioni hanno chiesto di cambiare lo strumento del commissariamento e io credo che abbiano ragione. Penso che sia uno strumento storicamente inadeguato e può essere cambiato”, poi detto il ministro, aggiungendo che e’ necessario fare “una riflessione su quanto siano realmente serviti i commissariamenti. Se dovevano servire solo a rientrare nei disavanzi allora era meglio raccontarsi un’altra storia che non è quella che ci siamo raccontati fino a questo momento. Dobbiamo immaginare – ha sottolineato Grillo – una sorta di commissariamento puntuale, ossia su una singola realtà regionale e sulla singola struttura aziendale, dove evidentemente ci sono delle forti inadempienze da parte della Regione e lo Stato può in qualche modo intervenire”.
Un passaggio chiave dell’intervento del ministro rigiarda il tema delle risorse: “La legge di bilancio ha assegnato al nuovo patto della salute obiettivi che si collocano in forte discontinuita’ rispetto al passato. Nel perseguire tali obiettivi, il governo ha voluto assicurare alle regioni condivisione del progetto”, ha detto il ministro. “Deve essere riconosciuta la massima dignita’ a ogni istanza proveniente dalle Regioni. A breve partira’ una nostra lettera di convocazione per concludere la stesura del patto agli esponenti della Conferenza Stato-Regioni”, ha aggiunto. La ministra Grillo ha poi assicurato che sul Patto della Salute “non c’è nessuno stallo e il finanziamento previsto sarà confermato”.Grillo ha anche annunciato, rispondendo ad un’interrogazione di Vito De Filippo (Pd), che “”a breve partirà una nostra lettera di convocazione per concludere la stesura del patto agli esponenti della Conferenza delle Regioni”.
Inoltre, parlando con i cronisti alla Camera, il ministro ha aggiunto di non comprendere “assolutamente la presa di posizione di qualche giorno fa del viceministro all’Economia” Garavaglia sulla sanità campana. “Solo il 29 marzo il ministero dell’Economia mi mandava una lettera in cui mi chiedeva di concerto della nomina del commissario e subcommissario di Campania e Lazio”.
Infine il ministro ha poi affrontato anche il tema delle liste d’attesa, questa volta ai microfoni di “Fatti e misfatti” su Tgcom24. “Il primo degli aspetti su cui mi sono concentrata, arrivata al ministero, è stato quello di chiedere alle regioni i dati su tutto quello che e’ inerente alle liste di attesa e scrivere un nuovo piano nazionale di governo con le regioni. E’ un patto con il quale noi ci assumiamo la responsabilità di ridurre i tempi di attesa per le prestazioni. Tutto cio’, lo facciamo dopo che per dieci anni questo patto è stato completamente fermo”. Il ministro della Salute ha poi aggiunto: “Questo patto si trasforma in piani regionali di intervento e con questo nuovo piano dovremo ridurre abbondantemente i tempi di attesa. Ci sono due novita’ importanti: rendiamo vincolante la riduzione dei tempi di attesa per valutare i manager e poi le aziende sanitarie devono farsi carico delle richieste del cittadino e assicurare quelle prestazioni nei tempi. Se non ci riescono, a proprie spese le devono far fare senza far pagare il surplus”.