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Sanità: monitoraggio LEA 2020

Il Ministero della Salute ha pubblicato il monitoraggio dell’erogazione dei LEA (livelli essenziali di assistenza) che verifica la qualità delle prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale, secondo criteri di equità, efficacia e appropriatezza.
Il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) del monitoraggio delle prestazioni sanitarie ha sostituito la precedente “Griglia LEA”, in vigore fino al 2019.

Il ministero della Salute spiega che il 2020 “è stato, tuttavia, caratterizzato dall’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di COVID-19, in seguito alla quale i Servizi sanitari regionali (SSR) hanno dovuto attivare appositi percorsi per garantire l’erogazione delle prestazioni essenziali ed urgenti e contestualmente definire specifiche misure di contenimento del contagio, nell’ambito della normativa emergenziale”.

Quindi nella Relazione “Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia – Metodologia e risultati dell’anno 2020”, vi è una lettura dei dati per le tre macro-aree di assistenza (prevenzione, distrettuale e ospedaliera).
Si evidenziano così le diverse criticità attribuibili all’evento pandemico: nell’area ospedaliera, la dinamica dei punteggi per diversi indicatori di appropriatezza è alterata a causa della notevole diminuzione dei ricoveri nell’area prevenzione, i punteggi di quattro indicatori su sei (screening, vaccinazioni, copertura delle attività di controllo su animali) hanno subìto un peggioramento marcato rispetto al 2019 anche l’area distrettuale registra variazioni anomale rispetto all’anno precedente (aumento tempi registrati nell’area emergenza-urgenza, riduzione consumo di antibiotici, riduzione re-ricoveri e ricoveri inappropriati in un contesto di generale riduzione delle ospedalizzazioni).

“Complessivamente, nell’anno 2020, ricordando che si tratta di un monitoraggio a scopo informativo, Piemonte, Lombardia, P.A. di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Puglia registrano un punteggio superiore a 60 (soglia di sufficienza) in tutte le macro-aree.

Le Regioni che presentano un punteggio inferiore alla soglia in una o più macro aree sono:

Liguria, Abruzzo, Molise e Sicilia, in una sola macro-area; Campania, Basilicata, Valle d’Aosta, P.A. di Bolzano e Sardegna, in due macro-aree; Calabria, in tutte le macro-aree”.

Il monitoraggio – spiega sempre il ministero della Salute – è stato affiancato da un “Sistema dedicato”, realizzato ad hoc per il monitoraggio della capacità di resilienza e ripresa delle Regioni nel periodo pandemico, i cui risultati sono anch’essi illustrati nella Relazione “Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia – Metodologia e risultati dell’anno 2020”.

La regione Emilia-Romagna sottolinea la qualità delle prestazioni sanitarie effettuate dal servizio sanitario regionale evidenziando il Report 2020 del ministero della Salute sul monitoraggio dei Lea 2020, e cioè dei livelli essenziali di assistenza, e quindi la comparazione nazionale di cure e servizi sanitari.
“Nel 2020, l’anno del Covid, l’Emilia-Romagna è stata la prima regione in Italia nell’assicurare le prestazioni sanitarie ai propri cittadini. Lo attesta il monitoraggio effettuato dal ministero della Salute, uno dei massimi strumenti di valutazione dei sistemi sanitari, elaborato con l’obiettivo di verificare che tutti i cittadini italiani ricevano le cure e le prestazioni rientranti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea)”.
Il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini rilevano che “i dati del monitoraggio dei Lea del 2020 certificano ancora una volta la qualità del nostro sistema sanitario che, anche di fronte all’impatto devastante della pandemia, ha assicurato in Emilia-Romagna, più che in ogni altra regione d’Italia, i livelli di assistenza sanitaria ai cittadini, sia nella prevenzione per esempio screening oncologici, che nell’attività territoriale e in quella ospedaliera”
“Ancora una volta siamo risultati il sistema sanitario regionale più virtuoso in Italia, grazie soprattutto alla dedizione e all’abnegazione dei nostri professionisti, che non smetteremo mai di ringraziare. Una sanità che nell’anno terribile della pandemia ha trasformato le sale operatorie in terapie intensive e ricoverato decine di migliaia di cittadini per Covid, chiudendo per un periodo limitato l’attività ambulatoriale. Misure necessarie per gestire l’urto della pandemia, ma continuando ad assicurare i livelli essenziali nel momento di massima crisi del sistema, anche in questo caso con la riduzione della media Lea più contenuta a livello nazionale rispetto al 2019”.
“È un risultato- affermano Bonaccini e Donini – che non ci ripaga del dolore che ha colpito centinaia di migliaia di famiglie, né ci sottrae alla responsabilità di affrontare le rilevanti criticità attuali per quel che riguarda la sostenibilità del sistema sanitario pubblico e universalistico e la carenza di personale sanitario. Temi, questi, che saranno al centro della nostra azione politica nei confronti del Governo”.