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Le risorse economiche per la sanità “continuano a essere insufficienti”.
“La sanità pubblica non sarà sostenibile se non ci saranno interventi di correzione rispetto alle attuali dinamiche socio sanitarie”. E’ questa, in sintesi, una delle principale indicazioni che emerge dal rapporto Meridiano Sanità realizzato da The European House – Ambrosetti.
Il rapporto tiene conto dei diversi determinanti della salute, non solo sanitari, ma anche ambientali, sociali ed economici.
Nel rapporto si evidenzia che lo scenario 2050 sulla spesa, considerando l’evoluzione del contesto demografico ed e epidemiologico, non è sostenibile e quindi occorre intervenire agendo su diversi livelli.
Comunque le risorse del PNRR, in particolare quelle assegnate al raggiungimento degli obiettivi della Missione 6 dedicata alla Salute, rappresentano una grande opportunità per “mettere in sicurezza” il sistema in quanto esse mirano non solo a rispondere alle vulnerabilità emerse durante l’emergenza pandemica ma anche a risolvere le criticità preesistenti attraverso il rafforzamento delle infrastrutture e la digitalizzazione dei servizi sanitari; questo richiede anche un adeguamento della dotazione di personale.
Dei 18,51 miliardi di euro previsti dal PNRR e dal Fondo Complementare nella Missione 6, ben 16,53 miliardi di euro (89,3%) sono territorializzabili, a testimonianza del ruolo centrale delle Regioni nel processo di rafforzamento della prevenzione e dei servizi sanitari, della modernizzazione e della digitalizzazione degli stessi.
Nel rapporto Meridiano Sanità 2022, si evidenzia che nel 2021, l’incidenza della spesa sanitaria sul Pil continua ad essere ampiamente inferiore ai principali Paesi europei (7,2% dell’Italia vs. l’11% della Germania e il 10,3% della Francia), così come la spesa sanitaria pubblica pro capite a parità di potere d’acquisto (2.580 euro dell’Italia vs. 5.370 euro della Germania e 3.916 euro della Francia).
La spesa sanitaria pubblica, cresciuta significativamente durante la pandemia e pari a 127,8 miliardi di euro nel 2021, dovrebbe raggiungere il suo picco nel 2022 (134 miliardi di euro) secondo le ultime stime contenute della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza di novembre 2022 per diminuire a partire dal 2023.
L’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL al 2025 è data al 6%, con risorse in valore assoluto insufficienti per recuperare il gap di spesa nei confronti dei principali Paesi competitori.
Considerando l’evoluzione di fattori economici (Pil pro capite e spesa pro capite per fascia d’età, fattori demografici (struttura e proiezione della popolazione per fascia d’età), del contesto epidemiologico (prevalenze delle patologie più impattanti per mortalità e disabilità) e dei fattori di rischio associati alle principali patologie (fumo, alcol, obesità, sedentarietà), il modello previsionale della spesa sanitaria di Meridiano Sanità ha stimato che l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL al 2050 sarà pari al 9,5%, valore di gran lunga superiore all’incidenza attuale ma ancora inferiore rispetto a Paesi quali Germania e Francia.