Tra i principali argomenti citiamo la gestione della spesa pubblica alla luce della spending review, di cui hanno parlato il direttore esecutivo del Fondo Monetario Carlo Cottarelli e il senatore Massimo Mucchetti e il recepimento delle nuove direttive europee in materia di appalti pubblici, curato da rinomati avvocati del settore (L. Lacerenza, S. Cassamagnaghi e U. Garoli).
Non sono mancati approfondimenti su come il digitale possa incidere positivamente sulla gestione degli acquisti, con un focus particolare sulla Fatturazione Elettronica. A tal proposito hanno parlato Irene Facchinetti e Davide Cattane dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione (School of Management del Politecnico di Milano) con un intervento dal titolo: “L’innovazione digitale a supporto degli acquisti: verso la Digitalizzazione del ciclo Procure-to-Pay”.
Dopo un excursus storico del processo che ha portato all’obbligatorietà della fattura elettronica in Italia nel Marzo del 2015, sono stati presentati i risultati finora realizzati: oltre 27,5 milioni di file fatture PA trasmessi con successo. Obiettivo raggiunto? Non del tutto: i numeri mostrano scenari positivi, ma celano una serie di “processi illogici” che si sono sviluppati parallelamente. Alcuni esempi: “Richieste di alcuni Enti di invio di flussi cartacei “ o ancora l’imposizione di “visionare tutti i documenti cartacei”. La fatturazione elettronica è sì uno strumento efficace, ma perché lo sia appieno “è necessario che la PA non si limitino a ‘fare’ ma si attrezzino a ‘fare bene’” – afferma Cattane. Questo comporta avviare un ciclo di vita della fatturazione elettronica – dall’ordine al pagamento- che sia gestito unicamente con strumenti digitali. La fatturazione elettronica non è dunque da considerarsi un obiettivo finale, ma un punto di partenza per una“ri-Evoluzione Digitale” che porti alla completa digitalizzazione del ciclo Procure-to-Pay, non solo in Italia, ma in tutta Europa.